Semifreddo di banana al cioccolato

Vi è mai capitato di avere poco di tutto? A me si, oggi ho trovato qualche biscotto, i residui delle uova di pasqua, alcune banane ed allora mi sono chiesto cosa potevo fare.

semifreddo di banana al cioccolato (2)

Ed ecco a cosa ho pensato.

Ingredienti:

  • Biscotti, quelli che volete
  • La cioccolata delle uova di pasqua
  • Banane
  • Burro
  • Liquore

Procedimento:

Versate in un frullatore i biscotti sbriciolati, le banane tagliare a pezzetti, il cioccolato spezzettato ed il burro. Fate amalgamare il tutto, magari aggiungendo un pò dilatte affinchè tutto risulti omogeneo.

Fatto ciò aggiungete un goccio di liquore.

Mettete il composto in una ciotola, cospargete con della granella di mandorle e riponetelo in frigo.

Buon appetito

semifreddo di banana al cioccolato (1)

ARROSTO ARROTOLATO CON VERDURE

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Questo è un piatto che prepara spesso mia madre, una ricetta semplice ma gustosa.

Ingredienti:
1 Kg di carne di vitello tagliata in 1 o, meglio, 2 fette
1 carota
1 gambo di sedano
100 g di piselli
una manciata di mollica di pane
latte q. b.
2 spicchi d’aglio
1 uovo
maggiorana
prezzemolo
rosmarino
poco brodo
olio
sale
pepe

Tagliare a dadini la carota e il sedano e farli ammorbidire in padella con olio e 1 spicchio d’aglio.
Sbollentare i piselli.
In una ciotola, riunire le verdure, aggiungere la maggiorana, il prezzemolo e l’uovo e regolare di sale e pepe.
Poi unire della mollica bagnata nel latte e strizzata, quanta ne occorre per avere un composto della consistenza tale da poter essere spalmato sulla carne.
Sistemare dunque la farcia sulla carne, arrotolare e legare con dello spago da cucina sigillando bene le estremità per evitare la fuoriuscita del ripieno.
Rosolare il rotolo in olio con l’altro spicchio d’aglio e il rosmarino, aggiungere poco brodo e cuocere per circa 45 minuti.
Fare riposare almeno 10 minuti e poi servire la carne a fette.

Tutto qua. Alla prossima,
Nata

DUETTO DI STOCCAFISSO: AL FORNO CON PATATE E “ALLA GOMES DE SÀ”

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Lo stoccafisso lo mangio e, soprattutto, lo cucino solo da pochi anni.
Quand’ero piccola non lo mangiavamo tanto spesso, anzi per tradizione si comprava per la Vigilia di Natale e, raramente in qualche altra occasione; ricordo che, mentre ora lo si trova già pronto per essere cucinato, all’epoca mia madre lo comprava secco e doveva poi metterlo in ammollo, quindi per qualche giorno …c’era un odorino nella stanza in cui lo teneva…che proprio non sopportavo!
In realtà non è che non lo mangiassi per niente, ma mi piaceva solo preparato in insalata, quindi crudo, condito con olio, aceto e prezzemolo: lo stoccafisso cotto mi sembrava cambiasse completamente sapore e non mi piaceva per niente.

Quando poi mi sono sposata, il 24 dicembre cucinava mia suocera preparando proprio lo stoccafisso o “a ghiotta”, cioè con pomodoro oppure in una versione in umido ma senza pomodoro. Ora, mentre mia madre, in quelle occasioni, preparava per noi figli (non ero solo io a non mangiarlo!!!) qualche altro piatto di pesce, mia suocera cucinava solo lo stoccafisso. Quindi, o lo mangiavo oppure restavo a pancia vuota; d’altra parte, non volevo pensassero fossi viziata, pertanto…..ho cominciato a mangiare lo stoccafisso e, con mia sorpresa, non mi è dispiaciuto!!!
Quando, poi, qualche anno dopo, ho scoperto che, lessando per 5-10 minuti lo stoccafisso con qualche foglia di alloro prima di cucinarlo in qualunque modo si voglia, il sapore forte viene un po’ smorzato, l’ho veramente gustato e ho iniziato anche a cucinarlo.

Ormai, lo stoccafisso lo si trova facilmente tutto l’anno, peraltro, come ho detto sopra, già ammollato, quindi ogni tanto lo compro. Questi piatti li ho cucinati un paio di settimane fa: dato che volevo provare una ricetta vista da Giovanna del blog Sarde e finocchietto e, al tempo stesso, volevo prepararlo al forno, ho deciso di fare entrambe le ricette.

La ricetta “alla Gomes de Sà” in realtà viene preparata con il baccalà che, però, dalle mie parti, come ho anche scritto a Giovanna, si trova con difficoltà (dovrei andare a comprarlo in pescheria, il mio pescivendolo lo porta molto raramente): siccome la ricetta mi era piaciuta, ho pensato di usare lo stoccafisso e devo dire che era molto buono e gustoso.
Per la ricetta vi rimando direttamente a Giovanna.

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Vi lascio invece la ricetta dello stoccafisso al forno con patate.

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Ingredienti per 4 persone:
800 g di stoccafisso ammollato
800 g di patate
8 filetti di acciughe sott’olio (se sono filetti piccoli, metterne qualcuno in più)
una manciata di capperi sotto sale
1-2 spicchi d’aglio (dipende dalla grandezza)
un bel ciuffo di prezzemolo
2 pomodori (o 4-5 pomodorini)
½ bicchiere di vino bianco secco
alloro
olio
sale
pepe

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Tagliare le patate a grosse fette.
Lessare lo stoccafisso e le patate per 10 minuti in acqua bollente con una foglia di alloro, poi scolarli bene e sistemarli in una pirofila unta d’olio.
Tritare, il più finemente possibile, le acciughe insieme ai capperi (sciacquati. Io, generalmente, dopo averli tenuti sotto sale, ne metto qualche cucchiaio in un vasetto con aceto, in modo che sono già dissalati quando li devo usare), l’aglio e il prezzemolo.
Tagliare i pomodori a dadini piccoli, privandoli dei semi.
Distribuire, su stoccafisso e patate, il trito e i pomodori, salare (con moderazione, vista la presenza di acciughe e capperi), pepare, versare il vino bianco, irrorare con olio e cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 45 minuti (io copro la pirofila con alluminio che poi tolgo negli ultimi 15 minuti di cottura).
Servire ben caldo.

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A presto,
Nata

La ‘nduja

Nduja

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
‘Nduja
Nduja.jpg
Origini
Luogo d’origine Italia Italia
Regione Calabria
Zona di produzione Spilinga
Dettagli
Categoria contorno
Riconoscimento P.A.T.
Settore Carni e loro preparazioni
Ingredienti principali carne di maiale

La ‘nduja è un salume di consistenza morbida e dal gusto particolarmente piccante.

Nome

Il nome ‘nduja o più semplicemente duja, che trae origine dal termine latino “inducere”, cioè introdurre, è altresì collegato ad altri due particolari tipi di insaccato, sempre costituiti da carne e spezie, prodotti di salumeria dai piemontesi chiamati “salam dla doja” mentre dai francesi “andouille”. Questi due prodotti, come quello calabrese, nonostante la comune matrice latina della denominazione, hanno caratteristiche assolutamente diverse.[1]

Caratteristiche

La ‘nduja è tipica del paese di Spilinga, località in provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Imitazioni del prodotto, di qualità tuttavia non paragonabile, a causa della mancanza del particolare microclima proprio del comune d’origine situato alle pendici del Poro,[senza fonte] sono ormai reperibili in tutta la regione, a tal punto da fare della ‘nduja un alimento tipicamente associato a tutta la Calabria. Preparata con le parti grasse del maiale, con l’aggiunta del peperoncinopiccante calabrese, è insaccata nel budello cieco (orba), per poi essere affumicata.

Storicamente la ‘nduja è un piatto povero, nato per utilizzare gli scarti delle carni del maiale: milza, stomaco, intestino, polmoni, esofago, cuore, trachea, parti molli del retrobocca e faringe, porzioni carnee della testa, muscoli pellicciai, linfonodi, grasso di varie regioni, ecc. Tuttavia, già a pochi chilometri da Spilinga, così come nelle aree in cui il prodotto è arrivato più di recente (ad esempio nel cosentino o crotonese) vengono aggiunte, a questi ingredienti, le cotiche bollite tagliate a pezzettini molto piccoli[senza fonte]. La geografia tradizionale della ‘nduja è stata verificata da Corrado Barberis e Saverio Di Bella.[senza fonte] Il successo commerciale è all’origine delle modificazioni attuali nelle diverse composizioni.

Consumo

‘Nduja e pane

Si consuma spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se ancora calde, o utilizzata come soffritto per la base di un ragùo di un sugo di pomodoro, con aglio; può essere usata per guarnire la pizza, prima degli altri condimenti se cruda, oppure appena sfornata; si può consumare su fettine di formaggi semi-stagionati o può entrare nella composizione di frittate.

Note

  1. ^ Salumi Casalinghi Forum – il Forum dei Salumi fatti in Casa e della Norcineria Sperimentale – Andouille, ‘Nduja e Salam d’la Duja

Bibliografia

  • Francesco Arcella, “Prodotti tipici di Spilinga e del Comprensorio del Poro”, Edizioni O.G.G., Vibo Valentia, 1997;
  • Antonio Pugliese, ‘Nduja. Antropologia, storia tecnologica di un salame calabrese , Armando Siciliano, Messina 2008;
  • Saverio Di Bella, Antonio Pugliese, ‘Nduia. Antropologia, storia tecnologica di un salame calabrese , in “Incontri Mediterranei”, n. 18, Pellegrini editore, Cosenza 2009;

Pasta e patate “ara tiedda”

Salve a tutti, oggi una ricetta tipica calabrese. Esiste in numerose varianti, ovviamente la mia è una delle tante.

pasta e patate ara tiedda (1)

Innanzitutto c’è da dire che la ricetta originale prevede una cottura lunghissima con tutti gli ingredienti messi a crudo. Io ho usato una precottura di tutti gli ingredienti per essere sicuro di non sbagliare.

Tra le altre cose ho usato la ‘nduja insieme al peperoncino, una prelibatezza.

Ingredienti:

  • Pasta il formato che volete
  • Patate
  • Cipolle
  • Pancetta
  • Salsiccia
  • Trito di maiale
  • Passata di pomodoro
  • Formaggio (io adoro il pecorino)
  • Prezzemolo
  • Peperoncino
  • Origano
  • Olio, sale, pepe q.b.
  • Ed ovviamente nella mia ricetta la ‘Nduja

Procedimento:

  • Lessate la pasta fino a metà cottura in acqua salata;
  • Tagliare a fette le patate e le cipolle pulite
  • Sbucciate le salsicce sbriciolandone il contenuto
  • Tagliata a cubetti la pancetta
  • A questo punto rosolate le varie carni in olio d’oliva, aggiustando di sale
  • Nello stesso olio soffriggete le cipolle e le patate, anche quest’ultime a metà cottura
  • A questo punto imburrate una teglia da forno e create degli stati alternando il sugo di pomodoro, la pasta, le carni, gli anelli di cipolla, il formaggio, la salvia, l’origano, il prezzemolo tritato e la ‘Nduja.
  • Mettete in forno a 160 gradi circa per almeno 45-50 minuti

………………………………..buon appetito

pasta e patate ara tiedda (3)

SONO TORNATA!!!

Finalmente, dopo quella che mi è sembrata un’eternità, sono ritornata a scrivere sul mio amato blog!

Sono mancata per motivi indipendenti dalla mia volontà. Infatti, il computer aveva dei problemi che non potevamo più trascurare e abbiamo dovuto…ricoverarlo. Pensavamo che sarebbe stata questione di qualche giorno, invece è passata una settimana.

Mi dispiace solo che non ho potuto farvi gli auguri di Pasqua. Spero, comunque, che sia stata una settimana serena e vissuta secondo i vostri desideri.

Io ho trascorso una settimana abbastanza impegnativa, perchè, con la scusa che abbiamo comprato un nuovo mobiletto per la cucina…me la sono riorganizzata del tutto, praticamente ho svuotato tutti i mobili, ho pulito a fondo e ho risistemato tutto…un lavoraccio che, comunque, avevo intenzione di fare da tanto tempo!!!

Anche il triduo di Pasqua l’abbiamo vissuto intensamente: infatti, dopo praticamente nove anni, cioè da quando è nata Chiara, abbiamo partecipato ai riti religiosi: la Messa in Cena Domini del Gioverdì Santo (anche perchè, dato che tra pochi mesi, Chiara farà la Prima Comunione, era il minimo partecipare insieme a lei alla messa che ricorda il momento in cui è stato istituito il sacramento dell’Eucarestia), la Processione con il Cristo morto e l’Addolorata del Venerdì Santo, la Veglia pasquale di Sabato notte e, chiaramente, la Messa della Domenica di Pasqua.

Visti tutti questi impegni, questa settimana non mi sono impegnata più di tanto in cucina e, pertanto non ho quasi niente da mostrarvi. Avevo delle idee in mente che avrei voluto realizzare, ma praticamente l’unica cosa in tema pasquale che sono riuscita a fare è questo (nulla di nuovo sotto il sole, è un’idea che ho visto in giro per il web):

 

TIRAMISU’ ALLE FRAGOLE NELL’UOVO DI PASQUA

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Accanto, ho voluto mettere i bigliettini che i bambini hanno preparato a scuola: quello con il pulcino è di Sebastiano (il mio cucciolotto, nonostante i suoi 3 anni, l’ha colorato veramente bene, del resto le maestre mi dicono che è un bambino molto intelligente che già riesce a fare tante cose che fanno i bambini di 5 anni, a volte meglio di qualcuno di questi), quello con lo sfondo rosa è di Marta, mentre l’ultimo con lo sfondo giallo è di Chiara.

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Bene, per oggi è tutto. A prestissimo

Nata

 

 

Grigliata mista

grigliata mista (5) grigliata mista (1)zucchine grigliate (5)

Come seconda pietanza, vista la giornata discretamente bella e la tradizione ho acceso il barbecue a carbonella (il solito fumo).

Ora apro una parentesi, abito in condominio ed è fastidioso il fumo, non sono mai riuscito ad accendere al primo colpo la carbonella senza affumicare la città. Da un po di tempo utilizzo le ciminiere d’accensione e devo dire che le cose sono migliorate……………ma il fumo c’è sempre.

Sto seriamente pensando di acquistare un barbecue a gas con pietra lavica, non me ne vogliano i puristi.

Ingredienti, quelli che volete, io ho usato:

  • Salsiccia
  • Pancetta
  • Zucchine
  • Olio
  • Limone
  • Pepe nero
  • Sale

Procedimento:

Accendete la carbonella (almeno 20 minuti prima), deve essere caldissima.

Intanto preparate le zucchine, io le ho tagliate a fette sottili con un pelapatate e condite con olio, sale e pepe nero macinato, lasciandole riposare.

Ho preparato il “samoriglio” emulsionando olio, succo di limone, sale e pepe.

Mettiamo le zucchine sulla griglia, non dovrete condirle perché sono già marinate, lasciatele 2-3 minuti per parte e toglietele.

A questo punto aggiungete la pancetta e le salsicce, lasciate cuocere, condendole spesso con il salmoriglio.

Appena pronte impiattate e …………………………………….buon appetito.

grigliata mista (1) zucchine grigliate (1)

Pasticcio di lasagne

pasticcio di lasagne (2) pasticcio di lasagne (1)

Carissimi una Pasqua, spero serena per tutti è passata. Cosa avrete mangiato? Io  i sono tenuto sul tradizionale (lasagne e grigliata mista di carne)……deliziosi.

Per la ricetta niente ingredienti specifici o quantità (tutto dovrà essere in quantità industriale)

  • Lasagne
  • Trito di maiale
  • Pancetta affumicata
  • Mortadella
  • Passata di pomodoro
  • Uova sode
  • Formaggio filante (quello che preferite)
  • Cipolla, sedano, carote
  • Vino rosso
  • Sale, pepe nero ed olio q.b.

Preparazione

In un tegame fate ammalvire in abbondante olio la cipolla, la carota ed il sedano puliti e tagliati a cubetti piccolissimi; sfumate con il vino ed aggiungete la carne tritata, la pancetta e la mortadella tagliati a cubetti piccoli, aggiungete gli odori che preferite.

Fate rosolare bene il tutto a fuoco medio ed aggiungete la passata di pomodoro, abbassate il fuoco aggiustate con una presa di sale grosso e fate terminare la cottura.

Intanto preparate le lasagne, ora se le fate o acquistate fresche non dovrete fare nulla, se invece le acquistate secche seguite le istruzione sulla confezione (vuol dire dargli una sbollentata in acqua salata).

Quando tutti gli ingredienti sono pronti non dovrete fare altro che, in una teglia da forno, alternare lasagne, sugo, formaggio, uova. Finiti gli ingredienti mettente in forno ad almeno 180 °C per 30 minuti circa e…………………………..buon appetito

pasticcio di lasagne (4)

TORTA GIFFONESE….(O MODICANA?)

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Buon giorno a tutti!
Negli ultimi giorni mi sono potuta dedicare poco al blog, non per mancanza di volontà ma perche ho avuto un bel po’ da fare. Così si sono accumulate delle ricette che cercherò di pubblicare in questi giorni. E cominciamo con un dolce, visto.
Venerdì 27 marzo è stato il compleanno di mio fratello e, chiaramente gli ho preparato un bel dolce. Come ho detto anche altre volte, lui è un amante del cioccolato, per cui, volendo comunque provare un dolce nuovo, mi sono fermata su una crostata con nocciole e cioccolato, la “torta giffonese” del grande pasticciere Sal De Riso, che non ha certo bisogno di presentazioni.

La torta è contenuta nel libro “I dolci del sole” che io non ho, infatti la ricetta l’ho presa nel blog Assaggi di viaggio: si tratta di una frolla che racchiude un delizioso ripieno alle nocciole, sormontato da uno strato di crema al cioccolato gianduia….una vera goduria!!!
Il nome della torta deriva dal fatto che De Riso, per prepararla, ha utilizzato una delle varietà italiane di nocciole più pregiate in assoluto: la Nocciola Tonda di Giffoni IGP, caratterizzata proprio dalla forma perfettamente rotondeggiante e dalla polpa bianca e consistente, dal sapore aromatico”.
Io, comunque, non avevo queste nocciole, le mie provenivano da Modica (RG) (ecco il perchè del termine modicana nel titolo) ed erano ugualmente buone. Certo che, se la crostata è già ottima così, immagino che preparata con le nocciole giffonesi sia da estasi!!!

Prima di scrivervi la ricetta, voglio mostrarvi l’aspetto della torta preparata da De Riso. L’immagine e le informazioni le ho prese direttamente dal suo sito (http://www.salderiso.it/it/le_mie_creazioni/la_pasticceria/torte/giffonese):

Giffonese
Pasta frolla farcita con crema alle nocciole di Giffoni IGP e decorata con CremDeRì.
Salvatore consiglia:
– Salsa alla vaniglia Bourbon
– Nocciole tostate
Vini e liquori consigliati:
– Moscato Passito di Pantelleria
– Sherry Oloroso
– Vin Santo

Pubblicazione1
Devo dire che la mia…..ci assomiglia solo vagamente. Prima di passare alla ricetta, voglio fare delle precisazioni:
1) le dosi sono riferite ad una tortiera di 22 cm. Io invece ne ho usata una di 28 cm, perche ha il fondo estraibile ed è più facile poi sformare la crostata; nonostante le dimensioni maggiori e nonostante non abbia steso la frolla sottilissima, me ne è avanzata un po’ (e ci ho preparato una decina di biscotti).
2) nella crema al cioccolato, ho omesso la pasta di nocciole, semplicemente perché sono già presenti nel cioccolato stesso.
3) La stessa crema al cioccolato va preparata circa 12 ore prima di decorare la torta

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Detto questo, passiamo alla ricetta.

Per la frolla:
400 g di farina 00
240 g di burro morbido
160 g di zucchero a velo
100 g di nocciole tostate e macinate
1 uovo e 1 albume
4 g di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
i semi di ½ bacca di vaniglia

Per il ripieno alle nocciole:
150 g di burro morbido
150 g di zucchero a velo
3 uova
150 g di nocciole tostate e macinate
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di ½ arancia

Per la crema al cioccolato e nocciole:
250 g di cioccolato gianduia
80 g di panna liquida fresca
30 g di burro

Inoltre:
granella di nocciole per decorare

Montare il burro con lo zucchero a velo, poi unire le nocciole e poi aggiungete l’uovo, l’albume, il lievito, il sale e i semi di vaniglia. Infine, incorporare la farina setacciata, lavorando brevemente l’impasto con le mani. Quindi, formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per qualche ora.

Preparate il ripieno. Montate leggermente il burro con lo zucchero a velo, il sale e la scorza dell’arancia. Unire uno per volta le uova e poi le nocciole.

Stendere la pasta frolla spessa circa 5 mm e sistemarla nello stampo. Farcire con il ripieno alle nocciole e cuocere in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti. Farla raffreddare perfettamente e sformarla.
Ecco la crostata senza la crema al cioccolato:

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Mentre la crostata è in forno, preparare la crema al cioccolato e nocciola: fondere a bagnomaria il cioccolato gianduia ridotto a pezzetti. A parte, portate a ebollizione la panna per 30 secondi e poi versarla sul cioccolato ottenendo una crema liscia e lucida. Unire, alla fine, il burro morbido (nella ricetta originale ci andrebbero anche 30 g di pasta di nocciole, che io, ripeto, non ho messo). Amalgamare bene e far stabilizzare per almeno 12 ore.

Poi, bisognerebbe mettere questa crema in una sac-à-poche con bocchetta dentellata e formare delle onde sulla superficie. Io, per la verità, non mi sono ricordata di aver finito le sac-à-poche (adopero quelle usa e getta) e, quindi, ho messo la crema sulla torta e, delicatamente, per non staccare anche il ripieno, ho cercato di fare delle strisce con i rebbi di una forchetta. Insomma, l’effetto finale non è stato tanto “malvagio”.

Per finire, cospargere sul bordo della crostata le nocciole macinate grossolanamente:

A presto,
Nata

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Tortellini con riduzione di carciofi e pancetta

Stasera ho preparato un piatto con gli avanzi di ieri.  Vi ricordate le trofie con tonno e carciofi? Bene i gambi e le foglie più esterne dei carciofi, dopo lavati, li ho lasciati bollire per oltre 30 minuti in acqua salata. A quel punto li ho passato al passaverdura (o potete tritarli e poi passarli con un colino sottil) in modo da eliminare la parte legnosa e fibrosa e tenere solo la polpa.

trofie con tonno e carciofi (4)

Stasera ho fatto questo piatto.

Ingredienti:

  • Tortellini al prosciutto (o la pasta che preferite)
  • Passato di carciofi
  • Panna da cucina
  • Pancetta
  • Aglio
  • Cipolla rossa
  • Peperoncino
  • Sale, pepe, olio q.b.

Preparazione:

Versate dell’olio d’oliva, a fuoco medio fate scaldare ed aggiungete dell’aglio intero (poi dovrete toglierlo). Aggiungete la cipolla tagliata sottilmente e fatela ammalvire. Aggiungete dunque la pancetta tagliata a cubetti e fatela dorare. Abbassate la fiamma e versate la passata di carciofi.

Lasciate andare per qualche minuto, aggiustate di peperoncino e sale e versate la panna facendo amalgamare bene. Invero quest’ultimo passaggio è opzionale, ad esempio mio padre non ama i latticini e così ho condito la sua porzione di pasta con il sugo prima che aggiungessi la panna.

Preparate la pasta in acqua salata, dopo cotta versatela nella padella con il sugo, mantecate bene e se vi piace aggiungete dell’abbondante parmigiano.

Buon appetito……………………………………………………………………………….

tortelli con riduzione di carciofi e pancetta (2) tortelli con riduzione di carciofi e pancetta (3)