PENNE ALLA RUSTICANA, CON TONNO E FUNGHI

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Ho già detto altre volte, fin dal primo articolo pubblicato, che la passione per la cucina è nata quando ero molto piccola.

A partire dai 12-13 anni ho cominciato a raccogliere delle ricette che, col passare del tempo sono divenute un mazzo di fogli volanti, anche un pò ingombrante, scomodo da conservare e da consultare alla ricerca di qualche ricetta da provare.

Così, nei casi in cui si poteva, ho ritagliato le ricette che mi interessavano e le ho incollate su dei quaderni, altre invece le ho scritte, sempre sugli stessi quaderni. Ho fatto una suddivisione per argomenti: primi piatti, ricette con carne, ricette con pesce, dolci ecc….

Devo dire che, fino ai 17-18 anni, ho arricchito questa mia raccolta con ricette che prendevo dalle fonti più disparate: riviste, confezioni di alimenti (tipo pasta, panna, riso, tonno e così via), depliant pubblicitari arrivati per posta…

 

Conservo ancora gelosamente questi quaderni. Molte ricette le ho realizzate nel corso degli anni (alcune sono diventate dei piatti abituali che cucino spesso), tante stanno ancora aspettando il loro turno…

La ricetta che vi propongo oggi proviene proprio da una di queste raccolte, quella riguardante chiaramente i primi piatti: trattasi dei “Sedani grandi alla rusticana” che provengono da una confezione di pasta. Non avendo usato i sedani, ma le penne, ho cambiato ovviamente anche il nome della ricetta. Ho fatto anche qualche altra modifica rispetto alla ricetta originale. Ne è risultato un piatto veramente gustoso.

Detto questo, passiamo alla ricetta.

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Ingredienti per 4 persone:

250 g di funghi champignon

1 scatoletta da 120 g di tonno sott’olio

30 g di grana grattugiato

½  cipolla

1 spicchio d’aglio

prezzemolo

320 g di penne rigate

olio

sale

pepe

 

Pulite i funghi e tagliateli a fettine.

Soffriggete in olio la cipolla e l’aglio tritati finemente. Unite i funghi e fateli cuocere.

Lessate le penne in abbondante acqua salata, scolatele al dente e versatele nella padella con i funghi. Unite anche il tonno sgocciolato, il grana e il prezzemolo tritato, mescolate e fate insaporire per 2 minuti.

Servite.

 

 

 

 

 

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LINGUINE CON “SALSA P”

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Oggi vi propongo un primo piatto “di casa nostra”, che mia mamma cucinava spesso.
Come al solito una ricetta semplice, realizzata con pochi ingredienti, ma che mi è sempre piaciuta tantissimo.
Il nome glielo ho dato io, tanti anni fa, proprio per sottolinearne la provenienza: avrete quindi immaginato, a ragione, che P sta per Pasqualina (chi ha letto altri miei articoli dove si parla di ricette di casa mia, sa che Pasqualina è il nome di mia madre).
Passiamo, dunque, senza ulteriori indugi, alla ricetta. Le dosi sono un po’ approssimative, dato che facciamo entrambe a occhio. Forse sono un po’ abbondanti, ma a me piace condire “molto” la pasta, in generale, non solo in questo caso.
Come formato di pasta, mia madre ha sempre usato le linguine, ma penso che vadano bene anche altri formati, anche corti.

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Ingredienti per 4 persone:
250 g di macinato di vitello o misto (vitello e maiale)
250 g di piselli (quelli freschi sono il massimo, ma vanno bene anche quelli surgelati)
circa 200 g di pomodori pelati (o pomodorini, come nel mio caso)
1 spicchio d’aglio
abbondante prezzemolo
olio
sale
pepe
320 g di linguine
grana grattugiato (o parmigiano o pecorino) (facoltativo)

Soffriggere brevemente l’aglio tritato in olio, unire il macinato, i piselli e il prezzemolo tritato e far cuocere per circa 10 minuti.
Aggiungere i pomodori tagliati a pezzetti e circa ½ bicchiere di acqua, regolare di sale e portare a cottura, occorreranno circa 30 minuti.
Alla fine, pepare e, se necessario, unire un altro poco di olio.
Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla e condirla con il sugo.
A piacere, spolverare con grana grattugiato.
Buon appetito. A presto,
Nata

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CROSTATA CON FRAGOLE

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Buon inizio di settimana a tutti!

Qui splende il sole e, facendo i debiti scongiuri, sembra che la primavera sia finalmente arrivata.

E sono arrivate in abbondanza anche le fragole. Visto che i dolci con questi magnifici frutti mi piacciono da morire, dopo il tiramisù, sabato ho preparato un’appetitosa crostata con le fragole.

E passo subito alla ricetta. Io ho usato una teglia rettangolare delle dimensioni di circa 24×32 cm. Non vi do la ricetta della pasta frolla, ognuno utilizzi la sua preferita: ne occorrono circa 700 g. Di fragole avrei dovuto metterne qualcuna in più, ma un pò le avevano mangiate i miei figli con la panna, quindi la quantità è quella che servirebbe teoricamente.

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Ingredienti:

pasta frolla

Per il marzapane:

100 g di zucchero

100 g di mandorle macinate

1-2 albumi

Per la guarnizione:

circa 800 g di fragole

3-4 cucchiai di zucchero

succo di limone

poca marmellata di fragole

panna montata

 

Pulire le fragole, tagliarle a fette e farle macerare con lo zucchero e il succo di limone per almeno un paio d’ore.

Stendere la pastafrolla ad uno spessore di circa 4 mm e con essa rivestire la teglia imburrata (oppure, come ho fatto io, rivestita da carta forno).  Cuocere in forno già caldo a 180°C per 20 minuti.

Mescolare lo zucchero e le mandorle e incorporare a poco a poco l’albume, fino ad ottenere una pasta abbastanza consistente da mantenere ben evidenti i solchi che saranno lasciati dalla bocchetta scanalata della sac a poche (la quantità di albumi dipende dalla grandezza delle uova, per questo è bene unirli poco alla volta), i miei non lo erano tanto.

Riempire la sacca con il composto e decorare la crostata a piacere. Mettere di nuovo in forno per circa 10 minuti, in modo che il marzapane diventi dorato (io gli ultimi 5 minuti sono passata alla funzione “ventilato”).

Fare raffreddare e sformare.

Spalmare in ogni settore della crostata un velo di marmellata, fare uno strato di panna, sistemarvi le fragole e, con un cucchiaio, distribuire anche un po’ del liquido delle fragole.

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Che dire….l’abbiamo gustata ieri a fine pranzo e non ne è rimasto neanche un pezzetto!!!

 

A presto,

Nata

 

ARROSTO ARROTOLATO CON VERDURE

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Questo è un piatto che prepara spesso mia madre, una ricetta semplice ma gustosa.

Ingredienti:
1 Kg di carne di vitello tagliata in 1 o, meglio, 2 fette
1 carota
1 gambo di sedano
100 g di piselli
una manciata di mollica di pane
latte q. b.
2 spicchi d’aglio
1 uovo
maggiorana
prezzemolo
rosmarino
poco brodo
olio
sale
pepe

Tagliare a dadini la carota e il sedano e farli ammorbidire in padella con olio e 1 spicchio d’aglio.
Sbollentare i piselli.
In una ciotola, riunire le verdure, aggiungere la maggiorana, il prezzemolo e l’uovo e regolare di sale e pepe.
Poi unire della mollica bagnata nel latte e strizzata, quanta ne occorre per avere un composto della consistenza tale da poter essere spalmato sulla carne.
Sistemare dunque la farcia sulla carne, arrotolare e legare con dello spago da cucina sigillando bene le estremità per evitare la fuoriuscita del ripieno.
Rosolare il rotolo in olio con l’altro spicchio d’aglio e il rosmarino, aggiungere poco brodo e cuocere per circa 45 minuti.
Fare riposare almeno 10 minuti e poi servire la carne a fette.

Tutto qua. Alla prossima,
Nata

DUETTO DI STOCCAFISSO: AL FORNO CON PATATE E “ALLA GOMES DE SÀ”

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Lo stoccafisso lo mangio e, soprattutto, lo cucino solo da pochi anni.
Quand’ero piccola non lo mangiavamo tanto spesso, anzi per tradizione si comprava per la Vigilia di Natale e, raramente in qualche altra occasione; ricordo che, mentre ora lo si trova già pronto per essere cucinato, all’epoca mia madre lo comprava secco e doveva poi metterlo in ammollo, quindi per qualche giorno …c’era un odorino nella stanza in cui lo teneva…che proprio non sopportavo!
In realtà non è che non lo mangiassi per niente, ma mi piaceva solo preparato in insalata, quindi crudo, condito con olio, aceto e prezzemolo: lo stoccafisso cotto mi sembrava cambiasse completamente sapore e non mi piaceva per niente.

Quando poi mi sono sposata, il 24 dicembre cucinava mia suocera preparando proprio lo stoccafisso o “a ghiotta”, cioè con pomodoro oppure in una versione in umido ma senza pomodoro. Ora, mentre mia madre, in quelle occasioni, preparava per noi figli (non ero solo io a non mangiarlo!!!) qualche altro piatto di pesce, mia suocera cucinava solo lo stoccafisso. Quindi, o lo mangiavo oppure restavo a pancia vuota; d’altra parte, non volevo pensassero fossi viziata, pertanto…..ho cominciato a mangiare lo stoccafisso e, con mia sorpresa, non mi è dispiaciuto!!!
Quando, poi, qualche anno dopo, ho scoperto che, lessando per 5-10 minuti lo stoccafisso con qualche foglia di alloro prima di cucinarlo in qualunque modo si voglia, il sapore forte viene un po’ smorzato, l’ho veramente gustato e ho iniziato anche a cucinarlo.

Ormai, lo stoccafisso lo si trova facilmente tutto l’anno, peraltro, come ho detto sopra, già ammollato, quindi ogni tanto lo compro. Questi piatti li ho cucinati un paio di settimane fa: dato che volevo provare una ricetta vista da Giovanna del blog Sarde e finocchietto e, al tempo stesso, volevo prepararlo al forno, ho deciso di fare entrambe le ricette.

La ricetta “alla Gomes de Sà” in realtà viene preparata con il baccalà che, però, dalle mie parti, come ho anche scritto a Giovanna, si trova con difficoltà (dovrei andare a comprarlo in pescheria, il mio pescivendolo lo porta molto raramente): siccome la ricetta mi era piaciuta, ho pensato di usare lo stoccafisso e devo dire che era molto buono e gustoso.
Per la ricetta vi rimando direttamente a Giovanna.

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Vi lascio invece la ricetta dello stoccafisso al forno con patate.

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Ingredienti per 4 persone:
800 g di stoccafisso ammollato
800 g di patate
8 filetti di acciughe sott’olio (se sono filetti piccoli, metterne qualcuno in più)
una manciata di capperi sotto sale
1-2 spicchi d’aglio (dipende dalla grandezza)
un bel ciuffo di prezzemolo
2 pomodori (o 4-5 pomodorini)
½ bicchiere di vino bianco secco
alloro
olio
sale
pepe

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Tagliare le patate a grosse fette.
Lessare lo stoccafisso e le patate per 10 minuti in acqua bollente con una foglia di alloro, poi scolarli bene e sistemarli in una pirofila unta d’olio.
Tritare, il più finemente possibile, le acciughe insieme ai capperi (sciacquati. Io, generalmente, dopo averli tenuti sotto sale, ne metto qualche cucchiaio in un vasetto con aceto, in modo che sono già dissalati quando li devo usare), l’aglio e il prezzemolo.
Tagliare i pomodori a dadini piccoli, privandoli dei semi.
Distribuire, su stoccafisso e patate, il trito e i pomodori, salare (con moderazione, vista la presenza di acciughe e capperi), pepare, versare il vino bianco, irrorare con olio e cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 45 minuti (io copro la pirofila con alluminio che poi tolgo negli ultimi 15 minuti di cottura).
Servire ben caldo.

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A presto,
Nata

SONO TORNATA!!!

Finalmente, dopo quella che mi è sembrata un’eternità, sono ritornata a scrivere sul mio amato blog!

Sono mancata per motivi indipendenti dalla mia volontà. Infatti, il computer aveva dei problemi che non potevamo più trascurare e abbiamo dovuto…ricoverarlo. Pensavamo che sarebbe stata questione di qualche giorno, invece è passata una settimana.

Mi dispiace solo che non ho potuto farvi gli auguri di Pasqua. Spero, comunque, che sia stata una settimana serena e vissuta secondo i vostri desideri.

Io ho trascorso una settimana abbastanza impegnativa, perchè, con la scusa che abbiamo comprato un nuovo mobiletto per la cucina…me la sono riorganizzata del tutto, praticamente ho svuotato tutti i mobili, ho pulito a fondo e ho risistemato tutto…un lavoraccio che, comunque, avevo intenzione di fare da tanto tempo!!!

Anche il triduo di Pasqua l’abbiamo vissuto intensamente: infatti, dopo praticamente nove anni, cioè da quando è nata Chiara, abbiamo partecipato ai riti religiosi: la Messa in Cena Domini del Gioverdì Santo (anche perchè, dato che tra pochi mesi, Chiara farà la Prima Comunione, era il minimo partecipare insieme a lei alla messa che ricorda il momento in cui è stato istituito il sacramento dell’Eucarestia), la Processione con il Cristo morto e l’Addolorata del Venerdì Santo, la Veglia pasquale di Sabato notte e, chiaramente, la Messa della Domenica di Pasqua.

Visti tutti questi impegni, questa settimana non mi sono impegnata più di tanto in cucina e, pertanto non ho quasi niente da mostrarvi. Avevo delle idee in mente che avrei voluto realizzare, ma praticamente l’unica cosa in tema pasquale che sono riuscita a fare è questo (nulla di nuovo sotto il sole, è un’idea che ho visto in giro per il web):

 

TIRAMISU’ ALLE FRAGOLE NELL’UOVO DI PASQUA

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Accanto, ho voluto mettere i bigliettini che i bambini hanno preparato a scuola: quello con il pulcino è di Sebastiano (il mio cucciolotto, nonostante i suoi 3 anni, l’ha colorato veramente bene, del resto le maestre mi dicono che è un bambino molto intelligente che già riesce a fare tante cose che fanno i bambini di 5 anni, a volte meglio di qualcuno di questi), quello con lo sfondo rosa è di Marta, mentre l’ultimo con lo sfondo giallo è di Chiara.

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Bene, per oggi è tutto. A prestissimo

Nata

 

 

TORTA GIFFONESE….(O MODICANA?)

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Buon giorno a tutti!
Negli ultimi giorni mi sono potuta dedicare poco al blog, non per mancanza di volontà ma perche ho avuto un bel po’ da fare. Così si sono accumulate delle ricette che cercherò di pubblicare in questi giorni. E cominciamo con un dolce, visto.
Venerdì 27 marzo è stato il compleanno di mio fratello e, chiaramente gli ho preparato un bel dolce. Come ho detto anche altre volte, lui è un amante del cioccolato, per cui, volendo comunque provare un dolce nuovo, mi sono fermata su una crostata con nocciole e cioccolato, la “torta giffonese” del grande pasticciere Sal De Riso, che non ha certo bisogno di presentazioni.

La torta è contenuta nel libro “I dolci del sole” che io non ho, infatti la ricetta l’ho presa nel blog Assaggi di viaggio: si tratta di una frolla che racchiude un delizioso ripieno alle nocciole, sormontato da uno strato di crema al cioccolato gianduia….una vera goduria!!!
Il nome della torta deriva dal fatto che De Riso, per prepararla, ha utilizzato una delle varietà italiane di nocciole più pregiate in assoluto: la Nocciola Tonda di Giffoni IGP, caratterizzata proprio dalla forma perfettamente rotondeggiante e dalla polpa bianca e consistente, dal sapore aromatico”.
Io, comunque, non avevo queste nocciole, le mie provenivano da Modica (RG) (ecco il perchè del termine modicana nel titolo) ed erano ugualmente buone. Certo che, se la crostata è già ottima così, immagino che preparata con le nocciole giffonesi sia da estasi!!!

Prima di scrivervi la ricetta, voglio mostrarvi l’aspetto della torta preparata da De Riso. L’immagine e le informazioni le ho prese direttamente dal suo sito (http://www.salderiso.it/it/le_mie_creazioni/la_pasticceria/torte/giffonese):

Giffonese
Pasta frolla farcita con crema alle nocciole di Giffoni IGP e decorata con CremDeRì.
Salvatore consiglia:
– Salsa alla vaniglia Bourbon
– Nocciole tostate
Vini e liquori consigliati:
– Moscato Passito di Pantelleria
– Sherry Oloroso
– Vin Santo

Pubblicazione1
Devo dire che la mia…..ci assomiglia solo vagamente. Prima di passare alla ricetta, voglio fare delle precisazioni:
1) le dosi sono riferite ad una tortiera di 22 cm. Io invece ne ho usata una di 28 cm, perche ha il fondo estraibile ed è più facile poi sformare la crostata; nonostante le dimensioni maggiori e nonostante non abbia steso la frolla sottilissima, me ne è avanzata un po’ (e ci ho preparato una decina di biscotti).
2) nella crema al cioccolato, ho omesso la pasta di nocciole, semplicemente perché sono già presenti nel cioccolato stesso.
3) La stessa crema al cioccolato va preparata circa 12 ore prima di decorare la torta

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Detto questo, passiamo alla ricetta.

Per la frolla:
400 g di farina 00
240 g di burro morbido
160 g di zucchero a velo
100 g di nocciole tostate e macinate
1 uovo e 1 albume
4 g di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
i semi di ½ bacca di vaniglia

Per il ripieno alle nocciole:
150 g di burro morbido
150 g di zucchero a velo
3 uova
150 g di nocciole tostate e macinate
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di ½ arancia

Per la crema al cioccolato e nocciole:
250 g di cioccolato gianduia
80 g di panna liquida fresca
30 g di burro

Inoltre:
granella di nocciole per decorare

Montare il burro con lo zucchero a velo, poi unire le nocciole e poi aggiungete l’uovo, l’albume, il lievito, il sale e i semi di vaniglia. Infine, incorporare la farina setacciata, lavorando brevemente l’impasto con le mani. Quindi, formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per qualche ora.

Preparate il ripieno. Montate leggermente il burro con lo zucchero a velo, il sale e la scorza dell’arancia. Unire uno per volta le uova e poi le nocciole.

Stendere la pasta frolla spessa circa 5 mm e sistemarla nello stampo. Farcire con il ripieno alle nocciole e cuocere in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti. Farla raffreddare perfettamente e sformarla.
Ecco la crostata senza la crema al cioccolato:

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Mentre la crostata è in forno, preparare la crema al cioccolato e nocciola: fondere a bagnomaria il cioccolato gianduia ridotto a pezzetti. A parte, portate a ebollizione la panna per 30 secondi e poi versarla sul cioccolato ottenendo una crema liscia e lucida. Unire, alla fine, il burro morbido (nella ricetta originale ci andrebbero anche 30 g di pasta di nocciole, che io, ripeto, non ho messo). Amalgamare bene e far stabilizzare per almeno 12 ore.

Poi, bisognerebbe mettere questa crema in una sac-à-poche con bocchetta dentellata e formare delle onde sulla superficie. Io, per la verità, non mi sono ricordata di aver finito le sac-à-poche (adopero quelle usa e getta) e, quindi, ho messo la crema sulla torta e, delicatamente, per non staccare anche il ripieno, ho cercato di fare delle strisce con i rebbi di una forchetta. Insomma, l’effetto finale non è stato tanto “malvagio”.

Per finire, cospargere sul bordo della crostata le nocciole macinate grossolanamente:

A presto,
Nata

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ARROSTO GUSTOSO

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Tempo fa, commentando un articolo di Grembiule da cucina riguardante un arrosto, le dicevo che io, questo piatto l’ho cucinato pochissime volte, forse 4-5 volte in tutto, dato che lo prepariamo in occasioni particolari e, in quei casi….ci pensa la mamma.
Bene, domenica scorsa ne ho cucinato uno e, così, saliamo a 5-6 volte!!!

La ricetta l’ho presa in un vecchio numero della rivista Idee Cucina, ma ho fatto delle modifiche. Ho ottenuto un arrosto veramente gustoso con una squisita salsa di accompagnamento.
800 g di vitello (io filetto)
6 carote
2 grosse cipolle
3 coste di sedano
2 spicchi d’aglio
2 bicchieri di vino bianco secco
brodo vegetale
olio
sale
pepe bianco appena macinato
poca farina bianca
rosmarino
Fare marinare la carne nel vino con l’aglio e un rametto di rosmarino per almeno 3 ore.
Toglierlo, senza buttare la marinata, e farlo rosolare bene in 2 cucchiai di olio.
Affettare carote e cipolle e incorporarne metà alla carne. Tagliare il sedano a pezzi e aggiungere anche questo in pentola. Regolare di sale e pepe, unire un altro rametto di rosmarino e continuare la cottura a fiamma dolce, unendo a poco a poco il sugo della marinata (se necessario, allungare con un po’ di brodo vegetale)
Dopo circa 45 minuti, togliere le verdure dalla pentola e aggiungere le carote e le cipolle lasciate da parte. Cuocere per altri 10 minuti.
Preriscaldare il forno a 200°C.
Sistemare l’arrosto e le verdure della pentola (quelle aggiunte per ultime) in una teglia da forno, regolare di olio, spolverare con il pepe e mettere in forno per 20 minuti.
Ora frullare il sugo con le verdure tolte precedentemente dalla pentola, allungare con un bicchiere di brodo vegetale, aggiungere 2 cucchiaini di farina e, se necessario, regolare di sale. Far cuocere questa salsa per circa 15 minuti, a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto.
Far riposare un poco l’arrosto fuori dal forno, poi affettarlo e servirlo con le verdure e la salsa.

 

A presto,

Nata

 

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IL PROGETTO DI MARTA: LA TORTA DEL SUO 6° COMPLEANNO

…che avrei dovuto pubblicare prima, ma avevo perso le foto e, quindi, rimedio ora.
Quando si avvicina il compleanno di uno dei miei figli, ora che sono grandi, chiedo sempre come vorrebbero la torta e, se ne sono in grado, cerco di soddisfare le loro richieste. L’anno scorso, ai primi di giugno, ho fatto questa domanda a Marta che compie gli anni il 24. Nel frattempo una mia amica, anche lei appassionata di dolci, che sapeva avrei dovuto preparare la torta per Marta, mi aveva comprato una candelina che raffigurava Minnie. L’ho fatta vedere a mia figlia e le è piaciuta.

Dopo qualche giorno, mi presenta un foglio dove aveva disegnato nei particolari come sarebbe dovuta essere la sua torta. Ecco cosa mi ha presentato (le scritte le ho aggiunte io):
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Come si può vedere, voleva una torta a tre piani, alla base dei primi due piani avrebbe dovuto esserci dell’erba con dei fiorellini, mentre alla base del terzo avrei dovuto mettere delle ciliegie, poi la candelina sull’ultimo piano e qualche farfalla che svolazzava qua e là.

Ci ho pensato un po’ su e poi ho deciso di decorare la torta con la panna, facendo solo i fiori e le farfalle in pasta di zucchero.
Chiaramente, lei ha controllato ogni fase del lavoro, per assicurarsi che corrispondesse al suo progetto, come aveva fatto l’anno precedente per la torta Barbie: devo dire che è rimasta soddisfatta del lavoro svolto e, anche per questa volta, sono stata promossa (anche se nella mia testa avrebbe dovuto essere diversa, diciamo che avrei potuto fare meglio…).

Eccola:

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Ed ecco la scheda:

piano
BASE           PdS
BAGNA           al limoncello
FARCITURA    crema al limone e cioccolato bianco

2° piano
BASE            PdS
BAGNA            sciroppo di acqua e zucchero
FARCITURA     crema pasticcera (di Renato)

DECORAZIONE panna e pdz

 

Non essendoci ricette nuove, vi rimando ai post precedenti: qui per il pdS (sostituendo l’aroma mandorle con buccia grattugiata di limone), qui per la crema al limone e cioccolato bianco per la crema pasticcera Renato.

Per l’ultimo piano ho comprato un pds confezionato, l’ho tagliato e avevo pensato di farcire pure questo, ma siccome poi la consistenza non mi è piaciuta per niente, alla fine ho solo “incollato” gli strati con un po’ di nutella.

Ecco qualche foto in corso d’opera:
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Anche in questa occasione, ho preparato un piccolo buffet:

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C’erano: i rustici con pasta da rosticceria siciliana (con prosciutto e con wurstel):

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le pizzette, preparate sempre con la pasta da rosticceria:

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l’immancabile focaccia della mamma:

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una frittata arrotolata, farcita con maionese, lattuga, prosciutto e provola:

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una torta salata con fagiolini:

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un cestino di melone con bocconcini di melone e prosciutto crudo (ho ricavato delle palline dal melone e le ho avvolte con prosciutto crudo) e i sushi di mortadella:
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una cheesecake salata con pomodorini e philadelphia (che a dire il vero non mi è piaciuta molto):

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dei gattò di patate monoporzione, farcite con una mousse al prosciutto (che avrebbe dovuto essere più soda, in quanto avrei dovuto usare il Philadelphia in panetti, ma ho trovato solo quello in vaschetta e ho dovuto arrangiarmi):
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e, infine, non fotografati, dei tramezzini, con cipolline sott’olio e maionese e con funghi trifolati e maionese.

Mi sembra sia tutto. A presto,
Nata

“I CRISPEDDI”

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…cioè “le crespelle”, un termine con cui si indicano dei dolci fritti preparati, comunque, con ricette diverse.

Le nostre crispeddi vengono preparate per tradizione il 19 marzo, giorno  di San Giuseppe e a Carnevale, ma in realtà li gustiamo….quando ne abbiamo voglia.

Ricordo che, quando mia madre le preparava, il mio compito era di passarle nello zucchero, un compito devo dire molto gradito perchè….una andava a finire nel piatto e una nella mia pancia. Infatti a me le crispeddi piacciono soprattutto ben calde, quasi bollenti, anche se devo dire che sono buone anche fredde.

 

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Passiamo subito alla ricetta, che è quella di mia madre. Con le dosi che riporto, si ottengono una cinquantina di crispeddi:

 

600 g di farina 00

1/2 l di acqua tiepida

7 cucchiai di zucchero

1 cubetto di lievito di birra

un po’ di sale

uvetta

abbondante olio per friggere (io olio di semi di arachidi e una piccola parte di olio d’oliva)

zucchero semolato

cannella (facoltativa)

 

Ammollare l’uvetta in acqua tiepida.

Sciogliere bene il lievito di birra nell’acqua tiepida con lo zucchero. Unire la farina mescolata con il sale e setacciata. Amalgamare inizialmente con un cucchiaio, poi continuare con le mani: cioè con la mano aperta, bisogna “sbattere” il composto finchè diventa omogeneo (io lo lavoro così per circa 10 minuti).

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A questo punto, unire l’uvetta strizzata e far lievitare il composto per circa 1 ora.

Ecco il composto prima della lievitazione:

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e dopo la lievitazione:

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Riscaldare bene l’olio in un pentolino (l’olio deve essere abbondante perchè la cottura va fatta in olio profondo) e friggere le crispeddi a cucchiaiate: non fare cucchiaiate troppo grandi altrimenti non cuoceranno bene all’interno. Vedrete che l’impasto andrà prima a fondo per poi tornare subito a galla.

Asciugare l’olio in eccesso su carta assorbente da cucina e rotolare le crispeddi nello zucchero semolato, eventualmente mescolato con la cannella (a me piacciono così).

Qua sono senza zucchero:

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Ed ecco l’interno morbido:

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A presto,

Nata