LA NOSTRA CHEESECAKE PREFERITA

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Quanto sono buone le cheesecakes; soprattutto mi piacciono quelle con la frutta e senza cottura. Questa ricetta l’ho preparata per la prima volta qualche anno fa e ci è piaciuta subito, soprattutto, con mia grande sorpresa, a mia figlia Chiara: dico con mia grande sorpresa perché, all’epoca, lei non amava tanto i dolci, a volte non voleva neanche assaggiarli. Invece, questo è diventato uno dei suoi dolci preferiti e mi chiede spesso di farlo.
L’ho proposta anche ad una cena tra amici ed è piaciuta così tanto che, da allora in poi, in occasioni del genere, il mio compito è… preparare la cheesecake (ormai non me lo faccio neanche dire)!!!
È un dolce molto semplice, preparato con pochi e semplici ingredienti, molto fresco, quindi perfetto da gustare in estate, ma noi lo gradiamo anche in inverno.
L’ho preparata, come detto prima, varie volte, variando la frutta: quella più gettonata è la variante con le fragole, ma sono buone anche quelle con le pesche, i frutti di bosco e altre senza frutta fresca, con marmellata e con cioccolato.

Andiamo dunque alla ricetta. Spero di non creare confusione, perché ho pensato di descrivere contemporaneamente la ricetta base e le varianti che ho provato finora.
In quella che propongo oggi, la frutta non è presente all’interno, ma solo nel topping, sotto forma di arancia a fette e di gelatina preparata con succo d’arancia fresca. Inoltre ho aggiunto delle gocce di cioccolato fondente sia alla farcia che al topping.

Ingredienti per uno stampo da 20 cm.
Per la base:
250 g di biscotti Digestive*
140 g di burro fuso
50 g di nocciole tostate e macinate (facoltativo)

Per la farcia:
300 g di Philadelphia
80 g di zucchero a velo
250 g di panna montata
il succo di ½ limone
3 fogli di colla di pesce (6 g)

Si possono aggiungere 150-200 g di frutta a scelta (fragole**, pesche, frutti di bosco ecc…)

Per il topping:
circa 200 g di frutta fresca frullata con zucchero (quantità a piacere, in base a quanto lo si vuole dolce)
1 foglio di colla di pesce
oppure
marmellata
oppure (vedi sopra la parte evidenziata in rosso)
200 ml di succo d’arancia fresco
2-3 cucchiai di zucchero a velo
1 foglio di colla di pesce
gocce di cioccolato fondente

*ho provato anche con altri tipi di biscotti, in quella di oggi ho usato dei biscotti al cioccolato, ma i Digestive sono in assoluto quelli che preferisco
**le fragole le faccio macerare con lo zucchero

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Per la base, sbriciolare i biscotti e mescolarli bene con il burro (ed eventualmente con le nocciole). Pressare il composto con il dorso di un cucchiaio sul fondo di una tortiera, preferibilmente a cerchio apribile, foderata con carta forno e far riposare in frigo per circa 30 minuti.

Per la farcia, innanzitutto mettere in ammollo la colla di pesce in acqua fredda per 10 minuti. Sbattere il Philadelphia con lo zucchero e il succo di limone e unire la panna e infine la colla di pesce, strizzata e sciolta in poco latte. Aggiungere eventualmente la frutta (io ripeto che stavolta non ho messo frutta all’interno), versare tutto sulla base di biscotti e mettere in frigo: io generalmente preparo tutto il giorno prima.

Per il topping, distinguiamo i vari casi:
Se si usa la frutta fresca. In quasi tutte le ricette che ho consultato, la frutta viene frullata e cotta, ma a me sinceramente non piace così, perché ho l’impressione che la frutta, con questo procedimento, perda gusto. Quindi, preferisco frullare la frutta con lo zucchero a velo (la quantità è a piacere, perché dipende da quanto la si vuole dolce, quindi … assaggiate e stabilite voi la dose giusta) e unire la colla di pesce, ammollata in acqua fredda, strizzata e sciolta in poca acqua. Versare poi il tutto sulla cheesecake e rimettere in frigo per almeno 2 ore.
Se si usa la marmellata, basta riscaldarla o frullarla con poca acqua per ammorbidirla, versarla sulla cheesecake e rimettere in frigo per almeno 2 ore.

In entrambi i casi, si può anche decorare con della frutta (la stessa usata eventualmente all’interno)
Per il topping all’arancia, mescolare il succo con lo zucchero (anche in questo caso, la quantità dipende da quanto si vuole addolcire) e unire la colla di pesce, ammollata in acqua fredda, strizzata e sciolta in poco succo. Versare poi il tutto sulla cheesecake, sistemare delle fettine sottili di arancia e rimettere in frigo per almeno 2 ore.

E con questo, per oggi, è tutto. A presto,

Nata

CONIGLIO ALLA MODA DI…PASQUALINA

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…cioè della mia mamma!
Infatti, questo è il modo in cui mia madre cucina più spesso il coniglio, con qualche variante dovuta alle verdure a disposizione, ma la ricetta base è questa: una ricetta appetitosa che rende la carne morbida e gustosa.

Mia madre cucina esclusivamente i conigli che lei stessa alleva (per uso familiare): da noi ci sono sempre stati degli animali. Infatti, vicino casa, possiede un pezzo di terreno dove coltiva verdure, ortaggi e qualche albero da frutto, nonché dei fiori e alleva galline e conigli. Fino a circa un decennio fa, cioè fino a quando eravamo ancora tutti a casa, ne aveva un buon numero tra galline, galli e pollastrelle e varie gabbie con i conigli. Ora, invece, tiene 4-5 galline, esclusivamente per le uova, e anche i conigli sono diminuiti di numero.

Mi ricordo che, quando io ero piccola, aveva anche delle chiocce: noi bambini aspettavamo con ansia il momento in cui si sarebbero schiuse le uova e sarebbero usciti quei batuffoletti morbidi che ci piaceva tenere in mano e accarezzare…

Sempre molti anni fa, mi ricordo anche dei tacchini, insieme alle galline: quando ci capitava di andare con lei per dar loro da mangiare, li tenevamo sempre d’occhio perché avevamo paura che ci saltassero addosso!!!

Fino a quando mia nonna paterna, che abitava con noi, ha potuto occuparsene, avevamo due caprette, una dal pelo di colore rossiccio si chiamava Russedda mentre l’altra che aveva il pelo bianco con grandi macchie marroni si chiamava Castagnola. E mi ricordo che noi tre nipotini accompagnavamo mia nonna che le portava in campagna a farle pascolare e quanto ci divertivavamo a passeggiare all’aria aperta, a raccogliere fiori, a far merenda seduti sull’erba o su una pietra…

Altri tempi…….

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Tornando alla ricetta di oggi, non ho dosi precise dato che metto tutto a occhio e uso le verdure che ho a disposizione, anche se non mancano mai cipolla, carota e patate. Qui riporto gli ingredienti che ho usato io ieri sera.

Ingredienti:
1 coniglio tagliato a pezzi
1 cipolla
1 carota
1 patata grande
1 costa di sedano
3 pomodorini
un pezzo di peperone rosso
salvia
rosmarino
brodo vegetale
½ bicchiere di vino rosso
olio
sale

Per prima cosa, mettere i pezzi di coniglio in una padella antiaderente e rosolarli senza alcun condimento, devono cambiare colore ed eventualmente asciugarsi. Quindi sistemarli in un tegame, condirli con olio e salarli.
Pulire le verdure e tagliare la cipolla a fette non molto sottili, la cipolla a rondelle, il sedano a dadini, il peperone a listarelle e i pomodorini a pezzetti. Mettere dell’olio in una padella, unirvi le verdure preparate, regolare di sale e farle cuocere brevemente (insomma, quanto basta per non aggiungerle crude al coniglio).
Ora, unire le verdure nel tegame con la carne, aggiungere anche le patate tagliare a grossi pezzi e fare insaporire. Sfumare con il vino e far evaporare.
Aggiungere le erbe aromatiche e un paio di mestoli di brodo, una volta raggiunta l’ebollizione, abbassare la fiamma e proseguire la cottura per circa 1 ora e 30 minuti, stando attenti a non fare asciugare troppo la preparazione (se necessario, unire altro brodo).
Servire la preparazione ben calda.

…la scarpetta è d’obbligo!!!

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RISOTTO CON CECI E SALSICCIA

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Due giorni fa ho comprato dei ceci, decisa a cucinarli ieri. Poi, mi sono dimenticata di metterli in ammollo e ho dovuto rimandare. Li ho messi bene in vista, vicino alla cucina, così sarei stata sicura di non dimenticarli di nuovo. E, invece, indovinate….subito dopo cena, dopo aver dato una sistemata, sono uscita dalla cucina e mi sono dedicata a tutt’altro. All’improvviso, verso le undici…un lampo: dovevo mettere i ceci in ammollo!!! Così, oggi, finalmente li ho potuti cucinare. In effetti, non li cucino molto spesso, tante volte proprio per questo motivo!
Generalmente, ne faccio un bel minestrone, a mio marito piacciono con la pasta fresca (tipo maltagliati), ma oggi volevo cucinarli in maniera diversa; sfogliando una vecchia rivista, ho trovato questo risotto con la salsiccia e, quindi, risotto è stato.

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Ingredienti per 2 persone:
160 g di riso
150 g di ceci lessati
100 g di salsiccia
½ cipolla piccola tritata
vino bianco secco
qualche ago di rosmarino
brodo vegetale
olio

Soffriggere la cipolla in poco olio, aggiungere la salsiccia privata del budello e sbriciolata e far rosolare qualche minuto.
Unire il riso, farlo tostare, bagnare con poco vino e farlo evaporare.
A questo punto, unire i ceci e qualche ago di rosmarino tritato, aggiungere anche qualche mestolo di brodo e portare a cottura, unendo altro brodo quando il precedente è stato assorbito.
Fare riposare qualche minuto e impiattare.

Nel complesso, il piatto era buono, ma, se mai dovessi rifarlo, eliminerei il rosmarino, per il semplice fatto che il gusto viene coperto dai semi di finocchio presenti nella salsiccia oppure potrei prepararmi io la salsiccia omettendo il finocchio.

Per oggi è tutto. A presto,
Nata
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TORTA D’INVERNO

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Buongiorno a tutti!
Oggi vi propongo una torta, non solo invernale a dire il vero, adatta soprattutto per chi ama il limone e il suo gusto un po’ aspro. Infatti, la torta è farcita con una crema non troppo dolce, molto “limonosa”, che viene però addolcita da uno strato di panna montata steso sopra la crema stessa.
Era da vari anni che non la preparavo; la settimana scorsa, spulciando tra le ricette fatte negli anni passati, mi sono ricordata che era veramente buona e, quindi, l’ho voluta riproporre.

All’epoca, la ricetta l’ho trovata in un piccolo opuscolo della Cameo riportante alcune ricette di dolci che avevano come protagonista il Dolceneve; in passato l’ho usato spesso, poi non l’ho più comprato e, questa volta, ho usato della panna montata.

Ricordo che, una volta, questa torta l’ho preparata per una cena tra amici e a tanti è sembrato strano l’accostamento di una crema al limone con la panna montata! Invece, poi, assaggiandola, si sono decisamente ricreduti, perché il gusto è decisamente gradevole! Qualcuno mi ha anche chiesto la ricetta della crema!

Rispetto alla ricetta originale, che è ottima, ho dovuto fare qualche modifica per la mancanza di alcuni ingredienti. Esattamente:

1) non avevo le mandorle, ma mi ritrovavo in casa degli amarettini secchi e ho usato quelli

2) non mi ritrovavo dei mandarini e, non avendo tempo per andare a raccoglierli in campagna, ho usato uno sciroppo di acqua e zucchero.

La torta è venuta buona lo stesso, anche se bagnata con il succo dei mandarini lo è di più.
Ah, la torta è buona anche senza farcitura.
Procediamo quindi con la ricetta.

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Ingredienti per una teglia da 24 cm. Per l’impasto:
150 g burro liquefatto e freddo
150 g di zucchero
3 uova
75 g di farina di mandorle (io amaretti secchi sbriciolati)
150 g di farina 00
3 cucchiai di latte
½ bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale

Per la farcitura e la decorazione:
succo e scorza grattugiata di 3 limoni
350 ml di acqua
150 g di zucchero
50 g di amido di mais
10 g di burro

succo di mandarini

100 g di Dolceneve +300 ml di latte freddo (io 300 ml di panna da montare)

Preparare la base: mescolare uova, burro, zucchero e sale, unire a cucchiate le due farine, precedentemente mescolate con il lievito, alternando l’aggiunta del latte. Versare l’impasto nello stampo rivestito con carta forno (io uso gli stampi a cerchio apribile, rivesto il fondo con la carta e imburro i lati). Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 30-35 minuti (regolarsi in base al proprio forno). Sfornare e fare raffreddare.

Preparare la crema: mescolare succo e scorza dei limoni con l’acqua. in un pentolino mettere zucchero e amido, aggiungere un po’ del liquido preparato e mescolare in modo da ottenere una crema liscia e senza grumi. Versare il restante liquido, unire il burro e fare addensare a fuoco basso, mescolando in continuazione. Fare intiepidire.
Montare la panna (o il Dolceneve come indicato sulla confezione) zuccherandola.

Comporre la torta: tagliare la torta a metà, bagnare lo strato inferiore con un po’ del succo di mandarini, versare la crema al limone ancora tiepida, livellarla e farla raffreddare completamente. Spalmarvi sopra 1/3 della panna e livellare. Coprire con il secondo strato, bagnare con altro succo e procedere alla decorazione. La mia è molto semplice.

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E non può mancare la foto dell’interno:

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In definitiva, ripeto, nonostante il nome, è una torta che in realtà può essere preparata tutto l’anno, semplicemente sostituendo il suco di mandarini con un’altra bagna. A presto,
Nata

PER LA FESTA DELLE DONNE…CUCINA L’UOMO DI CASA!

In realtà è stata una coincidenza!
A mio marito Natale piace cucinare, a volte si tratta di qualche piatto sbrigativo, altre volte di un pasto completo (tranne il dolce). Il più delle volte veramente ci mettiamo a cucinare insieme, ieri invece ha fatto quasi tutto lui, io praticamente gli ho fatto solo da assistente.
Sabato pomeriggio abbiamo comprato il pesce e, ieri mattina, lui l’ha pulito e preparato per essere cucinato. Così, al ritorno dalla Messa, si è messo ai fornelli.
Lui sa essere anche molto creativo in cucina, ma ieri si è mantenuto sul classico. Non aspettatevi quindi delle ricette chissà quanto fantasiose, vi assicuro però che era tutto molto buono!!!

Il menù comprendeva:
spaghetti con cozze e vongole
gamberoni al forno con pistacchio
pepata di cozze
involtini di pesce spada*

*questi in realtà li abbiamo comprati già fatti

Per gli spaghetti, questa volta Natale ha preferito la versione in bianco. Fare aprire le cozze e le vongole (che noi per comodità compriamo già pulite) separatamente, in due pentole, con degli spicchi d’aglio. Sgusciatene una buona parte e filtrate i liquidi rilasciati dai molluschi.
In una padella abbastanza grande e alta (la nostra in realtà non è molto grande, ma mi sono ripromessa di regalarne al più presto una così a mio marito, che si potrà quindi cimentare in delle performance da vero chef!) soffriggere altri spicchi d’aglio in abbondante olio, unire i liquidi filtrati e fare restringere un po’. Quindi, aggiungere i molluschi e abbondante prezzemolo tritato e spegnere.

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Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli 2 minuti prima della fine della cottura, versarli nella padella con il sughetto e finire di cuocerli. Non resta che impiattare e servire.
Qui lo potete vedere all’opera (intanto ci siamo anche spostati nella cucina di mia suocera che abita…al piano di sotto della nostra casa):

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E qui il piatto (abbiamo fatto una porzione da ristorante giusto per fare la foto…ma poi abbiamo aggiunto un altro po’ di pasta):

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Per i gamberoni, che erano veramente belli grandi, originariamente l’idea era semplicemente di grigliarli (insieme agli involtini) ma, siccome il tempo non ha permesso di accendere il barbecue fuori, abbiamo optato per un altro tipo di cottura. Quindi, pulire i gamberoni, togliendo la testa, il guscio e il filo nero intestinale e lasciando, se ci si riesce, la coda. Preparare l’impanatura: noi abbiamo usato 100 g di pangrattato, sale, 1 cucchiaio di grana grattugiato, 1 spicchio d’aglio e 2 cucchiai di farina di pistacchio. Dopo aver macinato tutto insieme, mi sono resa conto (perché questa l’ho preparata io!) di avere sbagliato a mettere il pistacchio prima: sarebbe stato meglio aggiungerle dopo aver amalgamato gli altri ingredienti, così se ne sarebbe sentito di più il gusto (almeno penso che sarebbe stato così) e si sarebbe anche visto meglio!!! Se ci dovesse essere una prossima volta, procederò diversamente e ne metterò un po’ di più.
Oliare i gamberoni, passarli nell’impanatura, sistemarli su degli spiedini e cuocerli sotto il grill del forno, 5 minuti per lato.
Devo dire che erano anche questi deliziosi.

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Gli altri piatti non li ho fotografati, comunque gli involtini di pesce spada sono stati cotti sempre sotto il grill, circa 8 minuti per lato e, per la pepata di cozze, basta far rosolare degli spicchi d’aglio in olio, aggiungere le cozze, mettere il coperchio e farle aprire a fuoco abbastanza alto e scuotendo la pentola per rimescolare. Quando tutti i molluschi sono aperti unire del prezzemolo e, chiaramente, peperoncino. Dare un’altra rimescolata e servire ben caldo.
A volte mettiamo anche dei pomodorini spezzettati, da aggiungere insieme alle cozze.

Che dire? Ci siamo alzati da tavola ben sazi e soddisfatti!!!
Alla prossima,
Nata

Maiale stufato con cavolfione alle olive

maiale con crema di cavolfione alle olive (4)

Di nuovo maiale, avrete capito che è la carne maggiormente usata nella mia cucina, vi dispiace?

Cominciamo

  • Lonza o pancetta di maiale
  • Cavolfiore
  • Olive
  • Aglio
  • Olio d’oliva, sale e pepe q.b.

Procedimento:

Lavate e tagliate il cavolfiore, cuocetene una parte in abbondante acqua salata. La restante buttatela in padella dove avrete fatto rosolare due spicchi d’aglio.

Fatelo rosolare qualche minuto, abbassate la fiamma ed aggiungete mezzo bicchiere d’acqua.

Quando cotto il cavolfiore lessato mettetelo in un bicchiere da mixer, aggiungete olio, aglio, olive e prezzemolo tritato ed amalgamate il tutto fino ad ottenere una crema omogenea.

Togliete dal fuoco anche il cavolfiore stufato e tenetelo da parte in caldo.

Nel fondo di cottura del cavolfiore stufato, aggiungete un fio d’olio e mettete le fette di carne.

Alzate la fiamma e lasciatetele dorare da entrambe le parti. A questo punto abbassate il fuoco, mettete il coperchio e lasciate cuocere una decina di minuti.

Inpiattate e…………………………………………. buon appetito

maiale con crema di cavolfione alle olive (1) maiale con crema di cavolfione alle olive (2)

Polenta, funghi e………………………….broccoli

polenta, funghi, crema di broccoli (4)

Salve, buonasera, mi perdonerete per il presentare un piatto “nordico”, mi rendo conto che potrebbe cozzare con il titolo del blog…………ma è buonissima.

Cominciamo con gli ingredienti:

  • polenta (ovviamente ho usato quella precotta, mi scuso con i cuochi professionisti)
  • misto di funghi
  • carota, cipolla, sedano, sale e pepe, qb
  • broccoli neri
  • olive
  • pecorino
  • un pomodoro

Preparazione

Prepariamo la polenta come descritto sulla confezione; a cottura ultimata mentre ancora è in pentola (o come me nella planetaria), aggiungete del burro, del prezzemolo tritato, del pecorino grattato. Ovviamente le quantità decidetele voi in base al gusto ed alla quantità di polenta.

Appena pronta ed ancora calda io l’ho versata in uno stampo per torte e l’ho lasciata raffreddare.

Fatto questo ho preparato i broccoli, immergendoli in acqua salata e facendoli cuocere. Appena pronti metteteli in un bicchiere per mixer, aggiungete olio, aglio, pepe nero, pecorino; frullate tutto con il mixer fino ad ottenere una crema omogenea, aggiustate di sale e mettetela da parte.

Passiamo ai funghi; preparate un fondo di cipolla, sedano e carote e pomodoro, mi raccomando tagliate molto sottilmente le verdure. Mettete in padella e lasciate soffriggere a fuoco lento.

A parte pulite e tagliate i fungi in diversi modi (strisce, interi, a metà etc), buttateli nella padella dell’intingolo e lasciate cuocere a fiamma bassa.

Capovolgete lo stampo con la polenta su un largo piatto, riempite il centro con i funghi e decorate la stessa con un po del sugo di funghi allungato con del burro fuso.

Accompagnate dalla crema preparata e……………………buon appetito

polenta, funghi, crema di broccoli (1)

SPAGHETTI CON SALSA VELOCE DI TONNO

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Oggi un post brevissimo, per lasciarvi la ricetta di un sughetto veloce con il tonno, molto appetitoso, da preparare mentre cuoce la pasta.
È una ricetta ereditata da mia madre. A me piace molto con gli spaghetti, ma è buono anche con formati di pasta corti.

Ingredienti per 2 persone:
½ cipolla
1 spicchietto d’aglio
una scatoletta di tonno da 80 g
4 pomodorini (o 2 pomodori)
2-3 filetti di acciughe sott’olio
una piccola noce di burro
prezzemolo tritato
180 g di spaghetti (questa volta erano spaghettoni)

Soffriggere in poco olio la cipolla e l’aglio tritati e unire il tonno sgocciolato il più possibile dall’olio di conservazione. Aggiungere i pomodorini (o i pomodori) a pezzettini e far cuocere per circa 5 minuti.
Unire i filetti di acciughe spezzettati e una piccola noce di burro e proseguire la cottura per altri 5 minuti.
Spegnere e unire del prezzemolo tritato.
Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata, versarli nella padella e farli insaporire qualche minuto.

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Tutto fatto. Non mi resta che augurarvi buon appetito,
Nata

 

I MIEI PRIMI ARANCINI

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Eccomi qua con una delle specialità della gastronomia siciliana. Era in assoluto la prima volta che li preparavo e devo dire che il risultato è stato più che soddisfacente.

Pensando agli arancini, mi viene subito in mente il commissario Montalbano, non so se avete letto i libri di Camilleri o visto i film trasmessi dalla Rai con il bravissimo Luca Zingaretti (io entrambe le cose e anche più di una volta): uno dei racconti si intitola proprio “Gli arancini di Montalbano”: il commissario rinuncia a un viaggio con la fidanzata pur di passare la notte di Capodanno dalla sua cameriera Adelina a gustare i suoi deliziosi arancini.
Questo la dice lunga sulla bontà di questo piatto.

Mentre cercavo qualche informazione in più su questa pietanza, ho appreso anche qualche notizia che non conoscevo:

“come specialità della cucina siciliana, è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) con il nome di “arancini di riso”.
Si tratta di una palla o di un cono di riso impanato e fritto, del diametro di 8-10 cm, farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cotto e mozzarella. Il nome deriva dalla forma originale e dal colore dorato tipico, che ricordano un’arancia, ma va detto che nella Sicilia orientale gli arancini hanno più spesso una forma conica.
Nella parte occidentale dell’isola questa specialità è conosciuta come “arancina”, mentre nella parte orientale è chiamata “arancino”. Secondo lo scrittore Gaetano Basile la pietanza dovrebbe essere indicata al femminile, in quanto il nome deriverebbe dal frutto dell’arancio, l’arancia appunto, che in lingua italiana è al femminile. Tuttavia in siciliano la declinazione al femminile dei frutti non è frequente quanto in italiano, e nel caso specifico l’arancia viene detta arànciu. Pertanto in siciliano il nome di questa pietanza è originariamente al maschile (arancinu).
Quasi tutte le grandi città siciliane ne rivendicano la paternità. In particolare nel comprensorio catanese si sostiene che la forma a cono si debba ad una ispirazione data dall’Etna: infatti tagliandone la punta esce dall’arancino il vapore che ricorderebbe il fumo del vulcano, mentre la superficie croccante della panatura e il rosso del contenuto ne rievocherebbero la lava nei suoi due stadi, calda e fredda. Sempre nel catanese, la forma a palla del prodotto ha generato un accostamento con le persone corpulente, definite con tono di scherno arancinu che’ peri (arancino con i piedi, ossia arancino che cammina), per indicare una persona particolarmente rotonda
Fonte: Wikipedia

In definitiva, da noi, nel messinese l’arancino è maschio ed è di forma conica.

Come accade per i piatti tradizionali, ci sono delle varianti nella preparazione: per quanto mi riguarda, ho seguito i consigli di mia madre e di una mia amica, entrambe preparano arancini molto buoni!!!

Ecco alcuni consigli:

Sia il riso che il ragù è bene prepararli in anticipo, l’ideale è il giorno prima, in modo che siano ben freddi al momento della composizione degli arancini (il riso deve essere duro e appiccicoso). Io ho fatto così e mi sono trovata benissimo. Inoltre, essendo la preparazione abbastanza lunga, ci si può organizzare meglio.
• Per quanto riguarda il riso, chiaramente è importante scegliere quello giusto: il più indicato è il riso originario.
• Per quanto riguarda il ragù, ognuno può seguire la propria ricetta, l’importante è che sia piuttosto asciutto.

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Con le dosi riportate, ho ottenuto 40 arancini non molto grandi.

Per il riso:
1 Kg di riso originario
circa 2,5 l di brodo vegetale
½ cipolla tritata
50 g di burro
50 g di grana grattugiato
2 bustine di zafferano
sale
olio

Per il ripieno.
Per il ragù (io lo faccio a occhio, qui riporto delle dosi approssimative):
300 g di macinato misto di vitello e maiale
½ cipolla tritata
1 carota grattugiata
1 gambo di sedano tritato
1 spicchio d’aglio tritato
circa 200 g di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua
½ bicchiere di vino bianco
sale
olio
circa 200 g di piselli
Inoltre:
prosciutto cotto a cubetti
formaggio filante a cubetti (io ho usato il galbanino)

Per la lega (ve ne avanzerà, ma è bene prepararne in abbondanza per poter immergere bene l’arancino):
800 ml di acqua
circa 400 g di farina
una manciata di sale

Per l’impanatura:
abbondante pangrattato

Per friggere:
abbondante olio di semi (io uso quello di arachidi)

Per il riso: sciogliere lo zafferano nel brodo caldo e regolare di sale. Fare appassire la cipolla in olio, unire il riso e farlo tostare. Versare quasi tutto il brodo e portare a cottura: spegnere quando il riso è al dente e asciutto (se necessario aggiungere altro brodo, poco alla volta). Mantecare con il burro e il grana e versare il riso in un contenitore basso e largo (io ho usato una teglia rettangolare) e, una volta freddo, metterlo in frigo.

Per il ragù: soffriggere in olio la cipolla, la carota, il sedano e l’aglio, aggiungere il macinato, farlo rosolare sgranandolo bene, sfumare con il vino, versare la passata e il concentrato di pomodoro, salare e far cuocere a fuoco basso fino a quando sarà ben asciutto (io ho impiegato circa 1 ora e 30 minuti). Intanto, rosolare un po’ di cipolla in olio, unire i piselli e poca acqua, salare e portare a cottura, senza farli disfare. Unirli al ragù e far raffreddare il tutto.

Al momento di assemblare gli arancini, preparare innanzitutto la lega, cioè una pastella che serve a sigillare l’arancino: basta mescolare farina, acqua e sale amalgamando bene con una frusta. Le dosi che vi ho dato sono indicative: bisogna regolarsi in modo da avere una pastella densa.

Per comporre gli arancini, è bene disporre sul piano di lavoro tutto il necessario:
• il riso
• il ragù
• i cubetti di prosciutto e formaggio
• la lega
• il pangrattato
• un contenitore con dell’acqua per bagnarsi le mani durante la fase di riempimento, tra un arancino e l’altro (in modo che il riso non si appiccichi alle mani stesse)
• vassoi (ne servono più di uno) per sistemare gli arancini nelle varie fasi della preparazione.

Bagnarsi le mani, prendere una cucchiaiata abbondante di riso e metterla nel palmo della mano: per la quantità, vi regolerete man mano che li fate! Con le dita dell’altra mano, fare un buco al centro e creare un cavità spingendo il riso verso l’esterno.
Quindi, mettere un cucchiaino abbondante di ragù e dei cubetti di prosciutto e di formaggio: bisogna regolarsi a occhio, il ripieno non deve essere né troppo poco (altrimenti l’arancino sa soprattutto di riso) né assai (altrimenti si rischia di non poter chiudere bene l’arancino): anche in questo caso, ci si regola man mano che si preparano.
Ora bisogna richiudere il riso attorno al ripieno e dare la forma conica. Poi, bisogna compattarlo bene, girando l’arancino tra le mani. Io, inizialmente, pensando di non riuscirci, li ho fatti rotondi, poi invece ho scoperto che dare la forma conica in realtà non è così difficile. Infatti, nelle foto si vedono entrambe le forme.
A questo punto avremo tutti gli arancini formati e sistemati sui vassoi:
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Ora bisogna passare alle fasi di lega e panatura: su consiglio della mia amica, ho separato le due fasi procedendo per un tot di arancini alla volta, cioè uno alla volta ho immerso 5 arancini nella pastella in modo che ne fossero ricoperti bene e li ho appoggiati sul vassoio: in questo modo, la pastella può sgocciolare un po’, eliminando quella in eccesso, ma non ha il tempo di asciugarsi del tutto.
Poi, sempre uno alla volta, ho passato gli arancini nel pangrattato, pressando bene con le mani in modo che si saldasse bene alla lega.
Sistemati questi 5 arancini sul vassoio, procedere con altri 5 fino a completarli tutti.

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Infine procedere alla cottura: friggere gli arancini in olio profondo, pochi alla volta, fino a quando saranno ben dorati. Io non ho la friggitrice, quindi ho usato una pentola profonda.
Gustarli caldi.
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Avendone preparati in abbondanza, in parte li ho congelati, chiaramente non fritti. Quando si vogliono consumare, bisogna farli scongelare, meglio se in frigo, ricompattarli se necessario e friggerli. La mia amica mi ha detto che, se lo si ritiene opportuno, si possono nuovamente passare nella lega e nel pangrattato. Io non l’ho fatto e non ho avuto problemi.
Si mantengono molto bene.

Mi sembra di essere stata, come al solito lunga ma abbastanza chiara. Per ora vi saluto,
Nata

LIEBSTER AWARD!

Pubblicazione1

Oggi doppio post perché ho avuto (anzi abbiamo avuto, visto che in quest’avventura non sono da sola, ma condivido il blog insieme a mio cognato, Docsurgery) l’onore di essere nominata per il Liebster Award. A dire la verità ci sono state due nomine, ma della prima non mi sono accorta subito e me ne scuso ancora (ho letto il post ma, arrivata ai blog nominati ho dato un’occhiata rapida, forse perché non pensavo di poter essere nominata!).
È un modo per conoscerci un po’ meglio e, quindi, partecipo con piacere. Spero di fare le cose bene, essendo per me la prima volta. Chiaramente risponderò per quello che riguarda me.
Quindi ringrazio, per avermi nominata, ideepensharing e vdrhomedesign che mi hanno nominato!!

Le regole per questo Liebster Award sono:
o Ringraziare il blog che ti ha nominato.
o Rispondere alle 10 domande.
o Nominare altri 10 blog con meno di 200 follower.
o Comunicare la nomina ai 10 blog scelti.

Perché hai aperto un blog?
L’idea è stata di mio cognato (anche se un pensierino ce l’avevo fatto pure io da un po’ di tempo). Per quel che mi riguarda, personalmente avevo anche voglia di fare un’esperienza nuova e di condividere non solo ricette, ma anche pensieri, emozioni, momenti della vita quotidiana…Beh, dai…voglio anche farvi vedere le torte che preparo!!!

Ci parli un po’ delle tue passioni?
Oltre chiaramente alla passione per la cucina, in generale, e per la pasticceria, in particolare, ho anche altri passatempi che mi appassionano: l’uncinetto (l’ho imparato da piccolina da mia nonna), il punto croce (mi piace soprattutto fare dei quadri, ne ho molti appesi in cucina), la maglia (che però ultimamente ho un po’ abbandonato). Sono un’appassionata di giochi enigmistici (La settimana Enigmistica è in assoluto la mia preferita). Mi piace anche il giardinaggio, anche se il mio pollice è di un verde un po’ sbiadito, leggere (ho sempre un libro sul comodino) e mi piacciono le serie “crime” stile CSI per intenderci, anzi mi piacerebbe guardarle visto che di giorno ho poco tempo e di sera non me lo permettono!

Quanto pensi che i commenti e le interazioni siano utili per un blogger e in che modo?
Penso che siano fondamentali, perché ti fanno capire che c’è qualcuno a cui interessa ciò che scrivi, danno modo di scambiarsi idee, confrontarsi, dare/avere dei suggerimenti, ti spingono a fare sempre meglio…insomma rendono vivo il blog che, altrimenti, sarebbe semplicemente un diario o, nel mio caso, un ricettario.

Di cosa parli nel blog?
Come di deduce anche dal nome del blog, qui si parla di cucina. Docsurgery si dedica esclusivamente al salato e, in questo, è il creativo e lo sperimentatore. Io, Natadolce, mi dedico soprattutto ai dolci.

Hai creato un rapporto di amicizia con altri blogger? Vi siete mai conosciuti personalmente?
Non ho conosciuto nessuno di persona, ma virtualmente sto conoscendo vari blogger, certo non si può parlare di amicizia, diciamo che con alcuni “parlo”e mi confronto più spesso che con altri.

Come immagini il tuo blog tra due anni? Vorresti vederlo crescere/cambiare e in che modo?
Più che immaginarlo, spero innanzitutto che ci sia ancora e che possa crescere e migliorare. Le idee in proposito ci sono, dobbiamo studiare il modo per realizzarle.

La cosa che sai fare meglio?
Mi imbarazza un po’ rispondere a questa domanda perché chi mi conosce più da vicino sa quanto io sia autocritica, non sono mai pienamente soddisfatta di quello che faccio, trovo sempre qualcosa che secondo me andrebbe migliorata. Diciamo che mi riesce meglio fare torte.

Quanto tempo dedichi al tuo blog?
Quando devo scrivere un articolo, il tempo può variare, in base all’argomento, mediamente tra scriverlo, caricare le foto e pubblicare si va dai 20 minuti a 1 ora. Oltre a questo, leggo gli eventuali commenti e rispondo, ma lo faccio quando ho un po’ di tempo libero.

Come nascono i tuoi post?
Finora, ho pubblicato soprattutto articoli riguardanti dolci e piatti preparati in passato, intervallati da qualche ricetta nuova. Cerco di farmi una scaletta settimanale, scegliendo delle ricette da rifare per proporle nel blog e altri argomenti che vorrei trattare, ma puntualmente non la rispetto fino in fondo.
Nei miei post, mi piace non solo presentare una ricetta, ma raccontarvi qualcosa di me, della mia famiglia, della mia vita quotidiana, del posto in cui vivo, dei miei ricordi…

Un saluto a chi legge?
Un Ciao grande a tutti quelli che sono passati, passano e passeranno di qua…

 

Ed ecco qui i 10 blog che nomino:

 

fiocchidiburro
marino&cucino
immacucina
sardeefinocchietto
lemanidicice
unatavolapertutti
taninainthewok
lacucinadellemeraviglie
ricreAnna
friedpoppy

 

E con questo è tutto,
Nata

12-03 2015: devo aggiornare il post perchè ho avuto un’altra nomination e per questo, ringrazio il salvadanaio di supermamma che mi ha nominato, andate a curiosare nel suo blog, troverete tanti consigli per risparmiare.

Approfitto di questa terza nomina per nominare a mia volta altri 10 blog: